Uno di noi due. Dialogo in tre atti

Portaparole, mars 2012.

L'édition italienne, traduite par A. Pavia.

Siamo al 27 e 28 giugno 1944 e questo è un dialogo immaginario tra Léon Blum e Georges Mandel, consegnati dal regime di Pétain ai Tedeschi e internati in una piccola casa annessa al campo di concentramento di Buchenwald. Lì hanno vissuto insieme quasi quattordici mesi, a partire dalla primavera del 1943. Venuti a conoscenza della morte di Philippe Henriot, ministro dell'Informazione del governo di Vichy, messa in atto dalla Resistenza il 28 giugno 1944, entrambi capiscono che uno di loro verrà giustiziato. Sarà Georges Mandel ad essere trasferito in Francia, consegnato alla polizia e assassinato nella foresta di Fontainebleau, il 7 luglio dello stesso anno. Léon Blum, dopo avere temuto la stessa sorte, sopravviverà. I due uomini, tra le reciproche peripezie, angosce e speranze, si confrontano sulle loro visioni del mondo e della politica, facendo riferimento ai due grandi uomini di cui si sentono i discepoli ? Jean Jaurès per Blum, Georges Clemenceau per Mandel ?, cosicché il loro dialogo sembra spesso a quattro voci.